Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, Camera dei Deputati, 23 aprile 2007 Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e il Ministro per il commercio internazionale e delle politiche europee, per sapere - premesso che: l’interpellante è politicamente favorevole alla prosecuzione del processo istituzionale per una futura adesione della Turchia all’Unione Europea; in data 19 aprile 2007 il quotidiano La Stampa ha pubblicato un articolo del proprio corrispondente da Bruxelles, Marco Zatterin, intitolato “Armeni: non fu genocidio. L’Europa grazia Ankara”; nell’articolo si afferma che “secondo fonti concordanti i ministri della Giustizia dell’Unione Europea hanno raggiunto un’intesa (…) sulla direttiva quadro che prevede la carcerazione da uno a tre anni per chi “giustifichi, neghi o irrida pesantemente” i crimini di guerra e contro l’umanità”; secondo quanto riportato da La Stampa “il testo del compromesso finale non dovrebbe riguardare i fatti che hanno portato all’eliminazione di almeno un milione di persone in Armenia, eccidio che la maggior parte degli storici attribuisce ai militari turchi”; ad avviso del giornalista autore dell’articolo “la decisione è intesa come un tentativo di limitare la tensione nei rapporti col governo di Ankara, aspirante membro del club di Bruxelles, che da sempre rifiuta con vigore l’etichetta di “genocidio” per i sanguinosi eventi avvenuti sulla sua terra poco meno di un secolo fa”; conseguentemente, afferma il giornalista, dinnanzi all’esclusione dello sterminio degli armeni dalla “cornice legislativa restrittiva” che l’Unione Europea intende definire con la direttiva quadro in esame, “Ankara ringrazia, ma è chiaro che ci saranno delle code polemiche. Le potenzialità deflagranti del caso si sono potute misurare lo scorso ottobre, quando l’assemblea nazionale di Francia –paese alleato dei Turchi in seno alla Nato – ha introdotto la pena di un anno di reclusione e 45 mila euro di multa, esattamente la stessa sanzione imposta nel caso dell’Olocausto, per chi rifiuti di accogliere come realtà storica il massacro operato in Anatolia. Il voto parlamentare era chiaramente influenzato dalla pressione dei 500 mila della comunità armena transalpina, la più numerosa d’Europa”; per la legge turca parlare di "genocidio armeno" è considerato un vilipendio anti-nazionale, punibile come reato. In tale denuncia, comunque ritirata, è incappato anche lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio nobel per la letteratura 2006, a seguito di un'intervista ad un giornale svizzero in cui accennava al fenomeno; ritenuto che un evento storico non può essere subordinato ad un processo politico pur condivisibile -: - quali siano gli orientamenti del Governo in ordine agli indirizzi che l’Europa intende assumere in merito alla direttiva quadro citata in premessa; - se il Governo intenda procedere in sede comunitaria affinché lo sterminio del popolo armeno sia compreso fra i genocidi in riferimento ai quali la direttiva europea prevede la pena da uno a tre anni nei confronti di chi “giustifichi, neghi o irrida pesantemente” crimini di guerra e contro l’umanità. Marco BOATO
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